Hic erant Leones (e-book)

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Leonardo Tartaglia

Letteratura | p. 134 | ed. luglio 2022 | formato e-book
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Descrizione

 

Edoardo è uomo in carriera, torna a casa dopo un lungo soggiorno all’estero e s’immerge nuovamente nella quotidianità, attraverso un viaggio tra celebri vulcani che cedono il passo a temibili confratelli in un’Europa smarrita, dall’Islanda passando per Londra fino al meridione d’Italia, confini un tempo invalicabili. Sostiene un equilibrio con la voce della coscienza interiore presa a prestito da un “mare” di amici. Lo mettono spalle al muro con rasoiate umoristiche per richiamarlo ad un cambio di passo e lasciare perdere alcuni modi di stare al mondo. Un susseguirsi di vicende costellate di personaggi tipici come il sarto Pasquale, donna Luisa e la bella Adne Lösenthal. Lontani stereotipi leonini, immagine di quanto l’umanità stia perdendo nella sua simultaneità, riflessioni inserite in un passaggio fondamentale della storia contemporanea. Uno sguardo sull’io cui tutti, prima o poi, fanno i conti; donne ed uomini alle prese con l’ingresso nel secolo della “liquidità”, delle relazioni usa e getta, degli incroci senza segnaletica.

 

«Attention please! Passengers flight BA 2608 are informed… …il volo partirà con un’ora di ritardo.»
La musica di sottofondo e l’ambiente ovattato m’impedì di ascoltare per intero il messaggio che veniva dall’esterno e con la testa nascosta dai grandi fogli di carta, continuai a leggere il quotidiano ricevuto nella sala d’attesa riservata ai passeggeri business. Mia moglie era in giro al duty free con i ragazzi. Dopo poco abbassando gli occhiali guardai dall’alto la fila di aeromobili in attesa dell’ordine di decollo, attraverso le grandi vetrate. Due in particolare m’incuriosivano più degli altri perché avevano la forma della fusoliera disegnata e dipinta coi colori di un delfino. Quello immediatamente in coda, come di un beluga.
Avevo i movimenti talmente rilassati da non accorgermi che contemporaneamente anche gli altri passeggeri misero da parte il loro passatempo. Tutti guardarono contemporaneamente fuori, verso la pista. Qualcuno si alzò per andare nei corridoi.
Posai il quotidiano, stiracchiai le gambe, la schiena, fino ad allungare le braccia e mentre infilavo le mani in tasca iniziai a passeggiare nella stanza dopo essermi alzato. In quel momento entrò Gilda visibilmente allarmata, urtando con le buste piene di acquisti sulle gambe di alcune signore sedute nelle poltrone.
«Italians…» dissero sotto voce.
– Edoardo hai sentito l’annunciooo!? – gridò appena ebbe buttato tutto per terra – non partiamo!
– Come dici? – risposi, provando a spegnere immediatamente la tensione cercando di scusarmi con le signore soltanto con lo sguardo.
– Ma hai sentito o no!? Sei sempre con la testa tra le nuvole, guarda che non stiamo volando, siamo a terra e tu al solito ti disinteressi di tutto il resto. Ho lasciato i ragazzi tra i negozi per non allarmarli. Ti rendi conto della situazione? Svegliati! Per dissimulare l’imbarazzo di quel tuono in mezzo al silenzio, inarcai le sopracciglia guardandomi attorno, facendo finta di cercare qualcosa per terra, poi presi sotto braccio Gilda.
Uscimmo anche noi tra i corridoi dando la precedenza agli altri già in fila per chiedere maggiori informazioni.
– Mi spieghi per favore cosa sta succedendo? Stai sudando sulla fronte, che diamine vuoi dire?
La risposta non fu attesa. Dagli altoparlanti posti sul soffitto basso, illuminato da piccoli spot dalla luce bluastra, uscì allora un messaggio con l’aggiornamento dalle agenzie d’informazione. La tensione e le luci proiettate sulla testa fecero salire anche a me la temperatura.
«Siamo spiacenti di informarvi, – naturalmente in inglese – tra pochi minuti verranno sospesi tutti i voli in partenza e in arrivo nel Regno Unito.»
“Cielo, ma che sta succedendo?” pensai inorridito senza pronunciare una parola. In una piccolissima frazione di tempo feci scorrere nella mente tutte le notizie più recenti seguite sui giornali, le crisi regionali sparse per il mondo, i rapporti del Commonwealth con il Medio Oriente, il sud est asiatico, insomma un notiziario veloce fissato nella memoria fino alla settimana precedente, attraverso le rassegne stampa scorse in World Financial Trading, l’azienda presso cui ho trascorso un bel pezzo della carriera. Ricordavo a mala pena gli eventi recenti che potessero farmi supporre un’improvvisa o non annunciata probabilità di guerra, qualcosa di simile all’attacco alle Twin Towers, tanto da causare la chiusura degli spazi aerei all’improvviso.

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