VI REGALO UN PÒ DELLA MIA FORZA Ritratti femminili del ‘900
13,00 €
Anna Maria Vissani
Costellazione Orione 138 – Psicologia Sociologia – | ed. giugno 2020 | p. 158
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Descrizione
Descrizione
Maria, Lina, Sara, Teresa, Rosina, Iole, Francesca… testimoniano una forza arrivata da dentro e che le ha portate a trasformare il dolore in risorsa, la povertà in ricchezza, la sottomissione in armonia nella relazione di coppia, il duro lavoro in capacità di sostenere la famiglia, la rigida educazione religiosa ricevuta dalla Chiesa in fedeltà ai grandi valori del matrimonio e alla moralità di costumi. Hanno tratto beneficio da quello che può sembrare a noi oggi solo qualcosa di negativo. Ci hanno lasciato un patrimonio di serenità e di resilienza femminile.
“Quando cresci, non ti dimenticare di tua madre e di tua nonna e di quella fede semplice ma robusta che le caratterizzava e che dava loro forza e costanza per andare avanti e non farsi cadere le braccia. È un invito a ringraziare e riabilitare la generosità, il coraggio, il disinteresse di una fede ‘fatta in casa’, che passa inosservata ma che costruisce a poco a poco il Regno di Dio”. (Papa Francesco)
Autori
Anna Maria Vissani, Dottoressa in Teologia Morale, ha conseguito il Master in Bioetica presso l’università Cattolica Sacro Cuore. Grafologa della personalità e Counselor, accompagna giovani e adulti, coppie in difficoltà e persone alla ricerca del senso della vita. Dirige un Centro di Spiritualità nelle Marche “Sul Monte”. E’ particolarmente attenta all’approfondimento della spiritualità pasquale. Ha scritto libri di meditazione e di preghiera, proponendo itinerari di vita spirituale dentro la storia, con una visione olistica della persona. Ha sempre tenuto aperta la riflessione e la ricerca sulla donna nella Chiesa e nella società Su questa tematica ha pubblicato, in collaborazione, saggi e libri di narrativa. www.sulmonte.org
Prima pagina
PRESENTAZIONE
Da tempo sollecito me e altri, quelli che possono farlo, a registrare anche in video il volto, le storie, i racconti di persone anziane. Stanno arrivando a 90-100 anni e si portano via una storia ricca di emozioni (queste sì che sono emozioni!), paure superate, sentimenti forti nelle prove, vita quotidiana vissuta in quella che oggi chiamiamo “resilienza” e che per loro era semplicemente non abbandonare famiglia e speranza.
Il libro raccoglie vite vissute da alcune donne anziane, che qualche anno fa si sono raccontate. Oggi vengono arricchite e ripubblicate. In questo tempo, quando la donna è aggredita! Per scegliere le persone da ascoltare, chi lo ha fatto si è guardata attorno.
Semplicemente. Si direbbe che il campione è stato scelto nella casualità della conoscenza e dell’incontro. Qualsiasi indagine sociologica, che volesse raccogliere dati e farne uno studio, seguirebbe un iter diverso. Ma qui l’autrice si fida della realtà. Papa Francesco ci ha ricordato che la realtà viene prima di ogni idea. E le idee maturano a contatto con la conoscenza, l’ascolto, la vicinanza. Qui troviamo anche l’empatia che rende tutto più scorrevole.
Il periodo riguarda il ‘900, un secolo che ha sperimentato due guerre (la prima e la seconda guerra mondiale) e la risalita del benessere. Oggi ci sarebbe da ascoltare ancora le nostre anziane, quando questo “ben-avere” (come lo chiama qualcuno) sta venendo meno. Infatti se le interpelliamo in questa pandemia, preceduta da dieci anni di recessione economica, potrebbero darci ancora la loro “ricetta” per stare in casa e andare avanti nella e con la famiglia che rimane. Anche la fede in Dio che raccontano ha qualcosa da dirci.
Dall’educazione ricevuta nell’età giovanile, simile un po’ per tutte, ci regalano una esperienza religiosa non presuntuosa, né sbrigativa. Si affidano, da donne mature, più che cercare devozionismi e miracolismi. Si abbandonano al sentire del Vangelo e della tradizione, anche quando non sanno ragionarlo. Certo hanno vissuto dentro un controllo sociale della Chiesa e della tradizione che le ha mortificate. Il libro, nella seconda parte, descrive costumi, regole di vita, integrazione socio-politica che la donna ha vissuto, in modo particolare, nella prima metà del secolo. Nonostante tutto si deve a loro la tenuta delle famiglie e del lavoro.
Sono state mogli, madri e donne forti, spesso separate dai mariti per molti anni a motivo della guerra. Una triplice funzione, che ha messo in moto il prendersi cura della vita. Per alcune è stato un accompagnare e accogliere la vita di altri, tanto da sembrare perdere la propria.
Oggi in tempo di narcisismo e individualismo, travolto o accentuato in questa pandemia, le donne “restano a casa”: sono ancora al crocevia di questa cura?
Mariano Piccotti
Recensioni
PRESENTAZIONE DI BEATRICE TESTADIFERRO
giornalista di Voce della Vallesina
Racconti di vita, frammenti di storia, di un tempo in cui tutto era diverso da oggi e tutto era uguale. Il libro “Ti regalo un po’ della mia forza” di sr Anna Maria Vissani ci accompagna nel cuore della vita, di una quotidianità faticosa, pesante, densa di paure e interrogativi ma che nel lavoro e nel sostegno reciproco ha trovato un senso e uno stile. Una modalità di vivere il quotidiano di cui far tesoro, in cui non è mai mancato il lavoro manuale, pesante nei campi o di ago e filo per preparare il corredo, per il sostentamento per l’oggi e per la speranza del domani. Le donne che hanno accettato di raccontarsi sono nate nei primi del Novecento e, oramai cariche di anni, hanno condiviso con la scrittrice il loro passato, non rimosso ma riletto alla luce della vita contemporanea, con commenti su come oggi viviamo noi donne e su quanto hanno avuto di positivo. Abbiamo scelto di presentare questo libro a pochi giorni dalla festa dei Nonni, istituita in Italia nel 2005, per la quale il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha condiviso queste parole: “Tante volte sono loro a insegnarci il rispetto dei valori, a ricordarci le radici, a indicarci la strada della dignità, della dedizione, della generosità. Il loro esempio in questo tempo difficile è un patrimonio straordinario che non dobbiamo e non vogliamo disperdere”.
Sr Anna Maria, in questo periodo così complesso, hai scelto di mettere mano a un lavoro che ti aveva impegnato alcuni anni fa e di collegare i loro racconti a una analisi più generale. Perché hai sentito l’esigenza di offrire questo studio?
A chi gli chiedeva cosa bisognasse fare per i giovani, Eduardo De Filippo rispose un giorno così: “nei confronti dei giovani abbiamo un preciso dovere: rendergli la vita difficile.” E così i nostri nonni facevano. Una nonna contadina analfabeta diceva a sua nipote Maria, orfana di 10 anni, quando la svegliava prestissimo la mattina per fare il pane alle 2: “Non ti sveglio perché abbiamo bisogno di te, ma perché devi imparare ad alzarti presto per quando di te ci sarà davvero bisogno”. Queste donne intervistate hanno un pensiero costante al tema educativo al quale nel libro dedichi un’ampia panoramica. Puoi condividere alcuni aspetti di queste riflessioni?