DESTRE ITALIANE L’ideologia delle Destre politiche in Italia VOL. II Dalla Destra postfascista al neoradicalismo di Destra
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Rodolfo Capozzi
Costellazione Orione 155 – Storia e Politica – | ed. ottobre 2021 | p.365
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Descrizione
Descrizione
Con questo secondo volume prosegue il lungo viaggio dell’Autore (parafrasando quello di Ruggero Zangrandi nel Fascismo) nell’ideologia delle Destre politiche italiane, partendo dalla “gemmazione” del Msi-Dn in Alleanza nazionale (An), ovvero quella Destra postfascista di cui il principale demiurgo è Silvio Berlusconi che nel 1994 porterà per la prima volta al governo del paese una maggioranza dichiaratamente di Centro-Destra, imperniata su Forza Italia, un partito di Centro che guarda a Destra. La Destra postfascista rappresentata da An è stata veicolata da Gianfranco Fini nel Popolo della Libertà (PdL) prima dell’incauta ma fascinosa avventura di Futuro e libertà (Fli), espressione di quel Fascismo immaginario, figlio della versione italiana della Nuova Destra di Alain De Benoist. Fratelli d’Italia (FdI) oggi rappresenta senz’altro una neo-Destra post fascista e ha raccolto l’intera esperienza missina e post-missina nel segno del sovranismo conservatore di Giorgia Meloni, a cui si affianca a destra quello radicale di CasaPound Italia (CPI) espressione più originale ed elaborata del neo-radicalismo di destra. Il volume tratta quindi dell’evoluzione della Destra radicale, microcosmo politicamente minoritario ma culturalmente ed ideologicamente molto ricco e fertile, tale da aver favorito anche l’insorgere di quel neo-populismo di Destra di cui la Lega di Salvini (e il suo sovranismo liquido) sono la manifestazione più eclatante. Se lo studio delle ideologie (sul presupposto che sono queste ultime a generare i partiti e non viceversa) rimane centrale, nel volume si analizza anche il profilo politico-culturale dei leader più rappresentativi di questa area politica, dai citati Berlusconi, Fini e Meloni ai vari protagonisti del radicalismo di destra vecchio e nuovo. Destre italiane si propone come uno studio ambizioso, complesso ed unico nel suo genere, perchè delinea un quadro organico e completo di tutti i principali movimenti e partiti politici di Destra sorti in Italia. L’opera si svilupperà in ulteriori volumi per offrire ad un pubblico anche non specialistico una sorta di Enciclopedia delle Destre italiane, allo stesso tempo comprensibile ed approfondita, sintetica ed esaustiva (il terzo volume è già in lavorazione).
Autori
Rodolfo Capozzi è nato a Napoli nel 1973, vive a Roma con i propri figli dove esercita la professione di avvocato immobiliarista, dopo una lunga militanza nell’area politica di Centro-Destra.
Prima pagina
Introduzione
L’originario progetto editoriale di Destre italiane – uno studio compilativo e sistematico dell’ideologia delle Destre politiche del nostro paese dall’Unità d’Italia ai giorni nostri – avrebbe dovuto esaurirsi con questo secondo volume che si occupa della fase va dalla “Destra postfascista” a quello che è stato definito come “neo-radicalismo di Destra”. Nonostante l’intera impresa abbia assunto un laborioso carattere enciclopedico, pur senza avere alcuna pretesa di esaustività e completezza, appare ora chiaro che un argomento così vasto e complesso non possa essere esaurito neanche in due volumi: a riguardo basti aggiungere che in questa sede si è ritenuto doveroso colmare talune lacune e carenze sulla Destra radicale pure trattata nel primo volume di questo studio. Allo stesso tempo si è ritenuto opportuno cercare di descrivere preliminarmente e sinteticamente le ideologie da cui sono generati partiti e movimenti delle varie Destre politiche, nella convinzione che siano sempre le ideologie a generare i partiti politici e non viceversa. Così, seppur con tutti i rischi del caso, in questo libro si è tentato di offrire definizioni sommarie ma ragionate del conservatorismo, del populismo e dell’incipiente sovranismo così come dell’ideologia del “politicamente corretto” che a Destra ha avuto una forte reazione uguale e contraria. Negli ultimi anni gli stessi concetti di Destra e Sinistra sono stati messi in discussione, a partire dalle storiche elezioni del 27-28 marzo 1994 che hanno segnato la vittoria di Silvio Berlusconi e portato per la prima volta una coalizione di Centro-Destra al governo del paese. Il Cavaliere e già senatore Berlusconi ha avuto altresì un ruolo fondamentale nella “gemmazione” di Alleanza nazionale (An) dal Movimento sociale italiano (Msi), ovvero nell’emergere di un’inedita e significativa Destra postfascista la cui matrice noi ipotizziamo sia da rinvenire nell’importazione berlusconiana di una “Destra conservatrice e liberista”, versione aggiornata e liofilizzata della “Destra fusionista” d’oltreoceano di Barry Goldwater e poi della New Right di Ronald Reagan e Margaret Thatcher. Dopo aver delineato la vicenda di An, in cui ha giocato un ruolo insostituibile Gianfranco Fini, forse frettolosamente dimenticato, si è passati a delineare la parabola discendente del Popolo della libertà (Pdl), la pronta risposta di Berlusconi a quel Partito democratico (Pd) che si conferma essere una realtà consolidata della politica italiana. La deflagrazione del Pdl, invece, ha portato a una crisi profonda nelle Destre politiche italiane che solo di recente sembra essere stata superata dal radicamento di Fratelli d’Italia (FdI) e dalla faticosa costruzione di una “neo-Destra post-postfascista” da parte di Giorgia Meloni che al momento sembra aver abbracciato una sorta di “sovranismo conservatore”. La Meloni e pochi altri hanno certamente raccolto la pesante eredità del Msi-Dn e il problematico retaggio di An, ponendosi in continuità ideologica con quella “Destra missina” i cui legittimi eredi di fatto oggi sembrano monopolizzare il panorama delle Destre politiche in Italia. La declinazione al plurale delle stesse, però, rimane di stretta attualità perché la Lega di Matteo Salvini si è imposta come un altro modello di Destra “sovranista liquida” e decisamente neopopulista la cui analisi verrà affrontata nel proseguo di questo lavoro. In questo secondo volume, invece, è stato dedicato ampio spazio al “radicalismo di Destra” anche per delineare l’ideologia del c.d. “neo-radicalismo di Destra” che, a sua volta, ha ispirato la componente di Destra dell’incipiente populismo, per il quale utilizziamo la definizione di “neo-populismo di Destra”. Il radicalismo di Destra, infatti, presenta una vitalità ideologica che confligge con il suo trascurabile peso politico-elettorale, esercitando un’influenza significativa sull’intero cartello delle Destre politiche e non solo in Italia. Esso ha radici antiche e profonde e precede persino il Fascismo e il Nazional-socialismo che se ne possono considerare componenti importanti ma non esaustive (come già premesso al primo volume, indichiamo entrambe queste ideologie e sistemi tendenzialmente totalitari non a caso con la lettera maiuscola): e qui abbiamo dato spazio ad alcuni dei suoi principali pensatori, da Julius Evola ad Adriano Romualdi (e a Franco Giorgio Freda che, a quanto pare, univa il pensiero all’azione), per evidenziare un’elaborazione di pensiero più unica che rara nell’ambito delle Destre politiche. La “Destra radicale” – in Italia come altrove – non ha saputo rinunciare alla sua orgogliosa minorità ma ha saputo condizionare l’agenda politica delle altre Destre politiche. Così si spiega la corrispondenza di amorosi sensi che oggi sembra intercorrere fra FdI e CasaPound Italia (CPI, che professa un “sovranismo radicale” che si pone naturalmente a Destra del partito della Meloni) e con tutta la pulviscolare ma frastagliata area del neo-radicalismo di Destra. È una storia che viene da lontano, ovvero dai tormentati rapporti del Msi con tutta la ribollente e violenta area di “ribellismo di Destra” collocata ai suoi margini (ma a volte al suo interno: si pensi a La Fenice di Giancarlo Rognoni) fino ad arrivare alla scelta eversiva dei Nuclei armati rivoluzionari (Nar) di Valerio “Giusva” Fioravanti (in questo volume solo evocati). La Destra radicale ha comunque conosciuto poi un suo sviluppo autonomo e ideologicamente eretico, seppur nel segno della continuità – da Lotta di popolo a Terza posizione (Tp), passando per il Movimento politico occidentale (Mp) – fino ad arrivare al “Fascismo del terzo millennio” di CPI che, dopo un momento di enfatizzato clamore mediatico, è lentamente rifluito nella storica condizione minoritaria propria del radicalismo di Destra di ogni tempo. Ancora una volta narrando la storia delle Destre politiche italiane, si racconta necessariamente la storia d’Italia, passando per il collo di bottiglia di Tangentopoli che ha segnato il traumatico passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica che, nonostante tutte le contraddizioni e le incongruenze manifeste, ha visto finalmente l’alternanza tanto agognata fra Destra e Sinistra. Due categorie che anche oggi – complice l’interminabile e drammatica emergenza pandemica – non sembrano godere né di buona stampa, né di buona fortuna, e paiono decisamente sopite dall’abilità anche mediatica di Mario Draghi che presiede a un governo di salute pubblica. Eppure, l’ex presidente della Banca centrale europea (Bce) può ben ritenersi un esponente di quella “Destra tecnocratica” che per molti oggi governa il mondo attanagliato dal Covid-19 (anche la suddetta “Destra tecnocratica” verrà analizzata a tempo debito). Un’ultima notazione pare d’obbligo: come nel primo volume un’indiscutibile declinazione politica di Destra di chi scrive non pare aver nuociuto alla oggettività scientifica di questo studio. D’altro canto, dopo due anni di letture, ricerche e riflessioni si rafforza la certezza nell’Autore che per capire le Destre non si può che studiarle da una prospettiva politica, culturale ed ideologica di Destra che non significa affatto accostarsi all’oggetto di questo studio con animo partigiano e preconcetto. Ma questo solo il lettore attento e paziente sarà in grado di stabilirlo.
Roma, 25 aprile 2022