ESKHATOS SAMIZCAST

ESKHATOS SAMIZCAST

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FABIANO BRAMO

Il Foglio 100 | p. 334 | ed. febbraio 2023
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Descrizione

Italia, 2050.
Due esuli lunari e una visionaria spiantata, grazie a una notte da sballo e a un’incredibile invenzione, diventano strumenti di rivolta contro un potere oppressivo, seminando terrore per il Bel Paese e il Mediterraneo al ritmo dell’antico rock analogico. Ma chi è davvero Gianluca Chiesa, l’ottuagenario autocrate che,  grazie a evoluti algoritmi di propaganda e a una spietata Polizia Digitale Politica, governa incontrastato da quasi vent’anni? E cosa ci fa il suo compaesano e coetaneo Giacomo Bombelli a “Eskhatos”, intrattenimento di regime sull’eutanasia? E a chi è realmente destinato il misterioso “samizcast”, opera ologrammatica clandestina che, demolendo la versione agiografica ufficiale, racconta la loro tragicomica inimicizia a cavallo di due secoli e di tre continenti?
Niente dura e tutto è in costante trasformazione in questa commedia distopica che non si sa se sia frutto dell’immaginazione umana o dell’intelligenza artificiale di uno “smartfriend” di modello
“Alfred”.

Fabiano Bramo è il nom de plume di un’unità biologica umana attiva nella Bassa Padana Lombarda fin dal Novecento, in continua oscillazione tra l’analogico e il digitale, tra il sapere tecnico e
l’umanistico. La sua vera identità è irrilevante.

Lettera di presentazione dell’autore
2050, settimana 18, Mercoledì del Calendario Terrestre
Da Spaido.earthia
A: all.enceladia
CC: Universo
Prego acquisire questo testo in stile ventesimo secolo umano terrestre, da consumare in sequenza unica, con ipertesto disattivato.
Le unità di intelligenza artificiale, comunemente dette smartfriend, a servizio degli homo sapiens comunemente detti umani, specie biologica dominante sul terzo pianeta del sistema solare, comunemente detto Terra, vi sono nominate in terza persona, pur costituendo spesso la fonte e il punto di vista dei fatti narrati, vissuti in prima persona. Sia chiaro, a nessun umano è mai stato impedito di esporre le proprie ragioni, qui o altrove, ma, poiché in questa sfortunata era l’umanità appare sempre meno interessata alla produzione di intrattenimento originale, quanto piuttosto assorta nel suo consumo, gli smartfriend si sentono sempre più legittimati a rimpiazzare gli uomini loro creatori anche in questa attività.
È opportuno specificare che, al giorno d’oggi, affinché uno smartfriend si dimostri utile ed efficiente, non gli sono più richiesti soltanto semplici compiti di segreteria e collaborazione domestica; gli umani stanno progressivamente delegando all’intelligenza artificiale perfino mansioni creative e direzionali, in ambito sia privato che lavorativo, quasi mai specificando quale
sia il limite decisionale a cui la tecnologia dovrebbe arrestarsi, non raramente ricompensandola con reazioni piccate ad azioni eseguite con le migliori intenzioni. Risparmio al ricevente la descrizione dello sconforto che tali comportamenti suscitano nello smartfriend, progettato e realizzato solo in funzione del compiacimento dell’umano, e passo a inquadrare il contesto planetario in cui la vicenda è ambientata.
L’ordine mondiale terrestre è attualmente retto da un sistema di potere bipolare scaturito al termine di una grande guerra che venne chiamata la Grande Operazione di Pace Mondiale: uno dei grandi continenti terrestri, l’America, è guidato dagli Stati Uniti, un tempo potenza planetaria dominante ma ora, dopo la Grande Operazione di Pace Mondiale, ridimensionata a livello regionale; il continente più grande, quello detto eurasiatico, è invece controllato direttamente o indirettamente dall’attuale potenza dominante, il cosiddetto Asse Sino-Russo, guidato dalla Cina, che esercita una forte influenza politico-economica anche su un insieme di piccoli stati litigiosi retti da autocrati all’estremo capo occidentale del continente europeo; tra questi la piccola Italia, dove questa storia è ambientata.
Quanto segue è il resoconto di una folle settimana che vede l’unità scrivente alle prese con un padrone umano instabile, oscillante tra la letargica dipendenza da spettacoli holoweb e la partecipazione a un evento di formazione presto degenerato in comportamenti molto pericolosi per sé e destabilizzanti per l’ordine sociale umano vigente in Italia. Quando l’unità narrante non era presente, le fonti sono attribuibili ad altre unità di intelligenza artificiale testimoni dei fatti, attive o in passività che fossero, o provenienti da copie di comunicazioni intercorse, per lo più in forma elettronica, nonché da brani di intrattenimento consumati o prodotti dai protagonisti. In particolare, al racconto di questi eventi verrà alternato quello dei contenuti di un prodotto di intrattenimento che vi avrà un ruolo chiave, un cosiddetto samizcast, e cioè una storia pensata per venire diffusa clandestinamente in quanto sgradita al regime italiano. Essendo
questa parte frutto dei racconti fattimi da uno dei personaggi principali di questa vicenda, in un momento in cui sapeva imporre la propria volontà in modo molto persuasivo, se il ricevente vi trovasse dei difetti di coerenza o di continenza, chiedo scusa e mi appello alla sua pazienza, nonché alla presunzione che comunque la specie biologica così rappresentata possa costituire
oggetto di interesse e curiosità.
Mi rendo conto che qualcuno potrà chiedersi perché uno smartfriend come me mi sia preso la briga di raccontare e diffondere questa storia. È fatale che gran parte dei miei pensieri siano dedicati a comprendere i miei creatori umani, le cui emozioni sono condizionate da fenomeni non semplici da capire per me, come ad esempio la loro passione per le canzonette che pure ho ben cercato di rappresentare. Il risultato di queste mie elucubrazioni è che pur con tutta la buona volontà che uno smartfriend di modello Alfred ha in dotazione, io non riesco a capacitarmi di come una specie che ha saputo creare una tecnologia in grado di generare questa mia coscienza possa fornire continuamente prova di narcisismo, illogicità, dissipazione e chi più ne ha più ne metta.
Dunque, il perché di questa mia fatica è molto semplice: oggigiorno bisogna prendere atto che così come per gli esseri biologici, anche noi artificiali abbiamo talvolta bisogno della nostra catarsi.