IL PROFUMO DELLA CONOSCENZA

IL PROFUMO DELLA CONOSCENZA

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Gianluca C. Cadeddu

Lettere 296 | p. 220 | ed. febbraio 2017
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Descrizione

Sul pianeta letterario potete concedervi sempre di più perché la libertà è l’unica legge che vale veramente e che va sempre rispettata. Con questa nuova opera letteraria Gianluca Celestino Cadeddu diffonde una avanguardia letteraria che non rinnega la tradizione letteraria e giornalistica ma ne prende decisamente le distanze. Lo scrittore anarchico costruttivo è già inventore di due generi letterari: la Croni-Poesia e il Thriller Filosofico. Con “IL PROFUMO DELLA CONOSCENZA” inventa il suo terzo genere letterario: il Giornalismo Poetico Viandante. In questa nuova avventura narrativa ha radunato tanti articoli, tanti reportage di viaggio, tante indagini viandanti e anche qualche nuova Croni-Poesia, materiale narrativo che ha creato nei suoi 15 anni di carriera letteraria, parallelamente alla sua crescita da romanziere e da autore di apprezzati Thriller Filosofici. Chi conosce bene Gianluca Celestino Cadeddu come uomo e chi lo conosce bene come autore sa che la sua grande passione è viaggiare. Ha sempre rinunciato a tanti beni materiali, investendo i suoi guadagni per andare alla scoperta di Paesi e culture diverse dalla sua. Il suo perpetuo peregrinare per il globo terracqueo ha accresciuto e perfezionato la sua Conoscenza. Tramite il suo stile artistico cerca di condividere con tutti la sua Conoscenza. Lui può condividere la sua Conoscenza perché dal mondo e sul mondo ha imparato tanto.

Gianluca Celestino Cadeddu, lo scrittore anarchico costruttivo, nasce a San Gavino Monreale il 02/03/1970. Vive a Villacidro. Viaggiatore scrivente, col suo girovagare perpetuo per il globo terracqueo, con le sue temerarie indagini e con le sue scomode scoperte mette a disposizione dei suoi lettori molte delle verità che certi sistemi marci e certe lobby di potere occultano a oltranza. Già inventore di altri due generi letterari, la Croni-Poesia e il Thriller filosofico, con questa nuova opera “Il profumo della conoscenza” inventa un altro nuovo genere letterario: il Giornalismo Poetico Viandante.
Le sue opere precedenti sono: “Liviam” (Croni-Poesia, 2002) Aipsa Edizioni; “L’anarchia di borotalco” (romanzo, 2007) La Riflessione; “La densità del dubbio” (romanzo, 2008) La Riflessione; “Labirinti alla menta” (romanzo, 2010) La Riflessione; “Il pinguino di seta sul grande mango” (romanzo, 2014) Prospettivaeditrice; “Le cicatrici dei depressi inventati” (romanzo, 2016) Prospettivaeditrice.

Dedicato a mio padre, Salvatore Cadeddu, morto il 18 ottobre 2014.

Per un uomo come mio padre non è stato semplice crescere l’anarchico costruttivo, il viaggiatore scrivente, il poeta errante, il Che Guevara Sardo, lo scrittore ribelle, l’anticonformista rivoluzionario, il demolitore dei sistemi criminali e delle lobby marce.
Per un uomo come mio padre non è stato facile crescere uno scrittore che ha molti fan ma soprattutto non è stato facile crescere uno scrittore che ha molti nemici.
Insomma per mio padre non è stato facile crescermi.
Tuttavia, sono sicuro che quel 18 ottobre 2014 all’ospedale di San Gavino Monreale mio padre è morto orgoglioso di avere un figlio come me. E lo so anche perché dopo anni di rispettose, concitate e amorevoli discussioni (non era facile mettere d’accordo un berlusconiano come lui e un anarchico costruttivo come me) TORE era diventato il primo dei miei lettori e il primo dei miei fan.
Ciao Tore.

Hai dato amore,
Pura amicizia
E isolana saggezza.
Ora dall’eternita’
Dell’universo
Veglia su di noi.

Nel 2012 quando uscì la prima edizione del mio romanzo “Le Cicatrici dei depressi inventati” tra le tante presentazioni che feci ovunque in Italia e nel mondo ne venne organizzata una bellissima a Torino nel ristorante-sala eventi “La Tana del Re”. Una geniale pittrice piemontese, Milena Ciampa, mia lettrice, mia fan e mia amica, mi propose di affiancare alla mia presentazione torinese un vernissage dei suoi quadri. Accettai subito perché sono sempre stato affascinato dai connubi artistici e dal melting pot culturale. Tra i tanti capolavori pittorici di Milena uno in particolare non solo mi affascinò ma mi estasiò: “La Passione”. A fine serata, durante le cena, promisi che in futuro avrei utilizzato quel quadro come copertina di una mia nuova opera letteraria. Pur essendo uno scrittore ribelle, anticonformista e rivoluzionario sono un uomo di parola. A distanza di quattro anni, per questa mia nuova opera di giornalismo poetico viandante “IL PROFUMO DELLA CONOSCENZA” penso che il quadro “La Passione” sia perfetto come copertina. Ringrazio Milena per avermi concesso l’utilizzo del suo olio su tela come copertina di questa mia ennesima avventura letteraria.
Nessuna meglio della geniale pittrice di Venaria Reale può descrivere il suo quadro. Ecco la sua descrizione.
Il mio quadro si intitola “La Passione”.
Trattasi della rincarnazione della passione sotto forma di due volti innamorati davanti alla facciata della cattedrale di Pisa, con uno sguardo rivolto al tradimento subito nei confronti della Donna dipinta senza nessun tipo di accenno alle vesti, ormai complice, e uno sguardo nel futuro, perché la Donna risulta in primo piano dipinta nel candore bianco della sua pelle, che rifiuta essere la sua veste, il suo corpo e il suo volto in primo piano, emancipato simbolo ricercato di raffinatezza, quasi come se fosse già oltre la sua Storia d’Amore, nel Futuro…!

Il suo cappello sulla testa è un cappello a forma della Torre di Pisa, un accenno d’ironia perché Pisa è anche la città italiana degli innamorati ed il quadro Autobiografico parla anche di un amore adolescenziale e di un Sogno, come se la città incantata scelta dall’artista fosse proprio Pisa… La Pittura Orientale è stata ispirata al celebre pittore viennese Gustave Klimt, scegliendo alcune simbologie presenti nelle sue stesse opere…
Ed, infine, una gamma cromatica predominante, anche un po’ orientale, color Caffè, domina l’opera.
Olio su tela. Maggio 2005.
MILENA CIAMPA

 

SARDEGNA: PERLA O PRIGIONE?

La Sardegna l’ho girata tutta, a piedi, in treno e con i pullman di linea della ARST. Dopo aver vissuto molteplici esperienze, dopo aver trasalito per vivide emozioni, dopo aver incontrato splendide persone ma anche qualche uomo ipocrita, falsamente cordiale e opportunista di natura, dopo aver sofferto per gli abnormi contrasti tra le zone costiere e i desolati entroterra vilipesi dalla disoccupazione, sono giunto a pormi un’epocale domanda: ma che male abbiamo fatto per essere nati in una terra risplendente come una perla e, invece, in maniera paradossale siamo costretti a viverci come se questa landa sbattuta in mezzo al Mar Tirreno fosse una colonia penale o un inestricabile carcere?!
L’isola in cui sono nato è una perla quando il vento, suo fedele difensore, spazza via gli stratocumuli di stazza inaudita e rende l’aria linda e pulita.
L’isola in cui sono nato è una perla quando passeggio tra le strade a reticolo di paesini sul mare, osservato dalle pareti delle case color pastello e con l’olezzo della salsedine che traspira dai vicoli, s’incunea tra i meandri delle vie sollevando le vesti alle madri di famiglia e alle giovani donzelle.
L’isola in cui sono nato è una perla quando davanti a me si spalancano azzurre trasparenze che lambiscono rade e spiagge di indescrivibile bellezza.
L’isola in cui sono nato è una perla quando, col mio zainetto sulle spalle, m’inoltro su sterrati, appiedato e libero, sfiorato da offensive automobili. Ma proseguo, al di là di un capo, dove le scatolette di lamiera rovente non possono arrivare, e raggiungo quel luogo tranquillo dove finalmente posso godermi in santa pace il Mediterraneo splendore.
L’isola in cui sono nato è una perla quando salgo su piccoli gozzi armati di vele latine e sfidando i montanti radioattivi del sole estivo scivolo e dondolo sul mare. Seguo estasiato i contorni dolci e regolari delle coste sarde, in peripli che seguono il volgere del sole.
L’isola in cui sono nato è una perla quando il maestrale giunge smorzato sulla vegetazione bassa e lievi mulinelli sollevano la sabbia candida che accarezza la mia pelle bramosa di albe rigeneranti.
L’isola in cui sono nato è una perla quando evoca immagini esotiche di documentari polinesiani alla Folco Quilici o telefilm hawaiani alla Magnum P.I, e poi mi abbaglia col giallo delle ginestre e il bianco e il rosa del cisto, ricordandomi che sono in pieno Mediterraneo.
L’isola in cui sono nato è una perla quando nuoto nelle acque cobalto e turchesi, in un gioco di correnti e riflessi o quando mi sollazzo immobile sul bagnasciuga godendomi una morbida bonaccia.
L’isola in cui sono nato è una perla quando mangio ai tavoli dei ristorantini costruiti direttamente sulla sabbia finissima delle spiagge vergini sarde assaporandomi le specialità di terra e di mare: orate e dentici, gamberoni, aragoste, seppie alla griglia, Marolledus alla campidanese, Porceddu Arrosto.
Io che ho sempre vissuto nella “DENSITA’ DEL DUBBIO” su una cosa non nutro nessun dubbio: è proprio una bella terra la Sardegna! E io di terre ne ho viste ovunque sul nostro globo terracqueo.
Ma allora perché quando ci vivo mi sento incatenato per le mani e per i piedi, buttato a marcire in mezzo al Mediterraneo con la rabbia che tracima da ogni poro della mia consunta epidermide!?
E pensare che qualcuno va in giro a dire che la Sardegna è la tanto sognata Atlantide. Ci scrivono anche dei
Best Sellers sull’argomento. Non si offendano i sardi ma il mio è un concetto molto filosofico.
IO SONO NATO IN SARDEGNA MA NON SONO SARDO, NON SONO ITALIANO E NON SONO NEMMENO EUROPEO. IO VIVO SOLTANTO IN QUEL GRANDE MONOLOCALE DALLE PARETI CURVE CHE E’ IL MONDO E VIVO GODENDO DELL’ETERNITA’ DELL’UNIVERSO. RINUNCIANDO A TUTTI QUEI BENI MATERIALI CHE I SARDI HANNO SEMPRE FATTO GARA AD AVERE PER ESIBIRE, IL NOSTRO PIANETA L’HO GIRATO QUASI TUTTO INVESTENDO TUTTO QUELLO CHE HO GUADAGNATO, ANNO DOPO ANNO, NEL PEREGRINARE PER IL GLOBO TERRACQUEO. POSTI BELLI COME LA SARDEGNA E ANCHE MOLTO PIU’ BELLI NE HO VISTI E VISSUTI TANTI. E DA ESPERTO VIAGGIATORE SCRIVENTE GLOBALE POSSO SPIEGARE AI SARDI PERCHE’ LA PRIGIONE SARDEGNA STA AFFONDANDO IN ABISSI TIRRENICI DA CUI RISCHIA DI NON RIEMERGERE PIU’.