Per avere luce bisogna farsi crepa

Per avere luce bisogna farsi crepa

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Anna Maria Vissani
in collaborazione con Cristiana Filipponi

Lettere 342 | ed. settembre 2020 | p. 108
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Descrizione

Il rischio è che ci colpisca un virus ancora peggiore,
quello dell’egoismo indifferente.
(Papa Francesco)

Il titolo del libro nasce da Chandra Livia Candiani. E si completa così come è detto all’interno: … spaccarsi, sminuzzarsi, offrirsi, per avere e dare luce.  “Il silenzio è cosa viva”, è il titolo del libro di questa autrice, che abbiamo letto insieme all’inizio del lockdown. Con altrettanta attenzione abbiamo elaborato articoli con input di autori vari, e al termine del lockdown il documento della Commissione CEI “E’ risorto il terzo giorno”.  Nel nostro libro ci sono riflessioni filosofico-spirituali che abbiamo scritto in tempo di oscurità e paura, ascoltando il silenzio, il mondo, le persone, gli eventi molto bui. Lo scopo della pubblicazione è di non disperdere quanto abbiamo percepito e vissuto in questo strano tempo.  In fondo abbiamo fatto due grandi esercizi: uno è stato l’immersione nel Mistero Pasquale che da sempre vuole caratterizzare la nostra proposta di spiritualità (il dolore del Venerdì, l’attesa del Sabato, la gioiosa speranza e la Luce della Pasqua). L’altro esercizio è stato tenere gli occhi aperti come il gufo nel buio della notte e intravvedere le luci della speranza. Certamente la motivazione più profonda è detta nel sottotitolo: in tempo di pandemia, siamo tutti fragili, tutti uguali, tutti preziosi.  La via della proposta cristiana non si ferma a “tutti fragili e tutti uguali”. La fragilità è stata la scoperta sorprendente del nostro vero umano. L’essere uguali ci ha visti fratelli e sorelle nel vivere la paura e “il tutti a casa”, ma non il vivere la stessa sorte. Basti pensare ai morti, agli anziani, alla difficoltà di tenere aperto almeno un poco la relazione con le persone care.  L’essere preziosi è la luce che è emersa dalle crepe delle paure. Da sempre l’annuncio cristiano ha messo in risalto la preziosità della persona, perché espressione dell’amore di un Dio che non abbandona nessuno, si fa dono gratuito a tutti, un amore reale e fedele manifestato in Cristo e donato nel suo Spirito.  Accanto alle riflessioni di Anna Maria e di Cristiana, troviamo persone che hanno voluto offrire la loro risonanza del faticoso periodo di prova; da Riccardo Ferrati che scrive una lettera al male invisibile (Covid-19) come introduzione al libro, alle altre testimonianze riportate da pag. 88 in poi: compresi alcuni giovani e due bambini di 9 e 10 anni.  Le autrici hanno voluto dare la parola a quanti hanno accettato di esprimere la loro ricerca, la loro fede, la loro speranza, la riscoperta delle relazioni familiari, anche l’angoscia, insieme a nuovi problemi di convivenza e di lavoro. Chi legge potrà risuonare e mettersi a guardare insieme il futuro. E’ questo che ci fa evitare quel virus piu’ pericoloso denunciato da papa Francesco che è l’egoismo indifferente o il dimenticare tutto, come se niente fosse accaduto.  Non è finita questa pandemia. Siamo tutti dentro, coperti dalle mascherine e chiamati ad essere responsabili. Vogliamo continuare a raccogliere in noi e tra noi le luci della speranza, gli interrogativi e le paure della nostra umanità.

VIVI, MA LASCIA VIVERE
(Lettera aperta ad un essere invisibile)
di Riccardo Ferrati

All’Invisibile
Via Ogni Luogo, NN infiniti
C.A.P. 00000
GLOBO TERRESTE
Email: vivielasciavivere.it
e.p.c. A tutti i cittadini del mondo

Ciao, ho preso coraggio e ho deciso di scriverti perché ho tante cose da dirti. Ti chiedo la cortesia di leggere queste pagine senza nessun pregiudizio, come ho fatto io con te, in altre parole senza deridermi. Non voglio pregarti, non sei il mio Dio, e pertanto non ti chiedo pietà, né di starmi lontano o, qualora fossi uno dei tanti asintomatici, di uscire da me, penso che tu non abbia compassione di nessuno, ma ti rispetto e ti chiedo solo di apprezzare la sincerità, l’umanità e la libertà di dire la mia perché, anch’io, anche se meno famoso di te, esisto, sono un abitante di questa terra, proprio come te. Certo, la tua fama è indiscutibile, da mesi sei ovunque il protagonista e padrone assoluto e indiscusso, sei sulla bocca di tutti: bambini, giovani, adulti, anziani, gente ricca e famosa o diventata tale come virologi, medici, scienziati, politici, religiosi, sociologi, giornalisti, psicologi, pedagogisti, filosofi, scrittori, cantanti, artisti e la povera gente, gli sconosciuti, l’uomo della strada, i dimenticati, gli invisibili. Ti pavoneggi nei mass media, nelle televisioni, nelle radio, nei giornali, nei talk show, nei programmi d’intrattenimento, nelle pubblicità e hai deciso ti tenere quest’atteggiamento narcisista e spavaldo fino a quando avremo scoperto un vaccino capace di combatterti. Avrai capito che non mi sei stato particolarmente simpatico, anzi, come promesso, senza peli sulla lingua, ti dico che appena sei apparso, quando ti ho riconosciuto sui volti sfiniti dei medici, degli infermieri e dei tanti clienti a cui hai fatto direttamente o indirettamente visita, mi stavi proprio sullo stomaco; ma, se ti consola, non sei l’unico, faccio fatica anche a fare un pezzo di strada con altri presuntuosi, assassini e vigliacchi come te. Come puoi dire di non essere un codardo, se illudi la gente di non fare distinzioni di sesso, religione, colore della pelle e invece attacchi i più deboli, i più vulnerabili, ammazzi soprattutto gli anziani, gli indifesi e i poveri, approfitti di chi non possiede una casa o di quelli che l’hanno piccola, di chi non ha il sapone per lavarsi le mani e di chi, generoso, si fa contagiare per salvare la vita ad altri uomini. Terrorizzi la gente senza dare certezza, ti mostri e ti nascondi a piacimento, domini con la paura d’infettare, causi dolori e lutti, semini pessimismo e succhi come un vampiro la vita altrui per mantenerti. Causi la crisi sanitaria, economica, politica, sociale e famigliare; affami la gente, aumenti le distanze, spezzi legami, metti barriere, inquini le menti, rafforzi i sospetti, gli odi, i malesseri, le inquietudini, i dolori fisici e psichici e tutto acuisci con le difficoltà, le nostre debolezze, le solitudini, i drammi. Ci privi o limiti della nostra libertà di movimento, delle nostre sicurezze; hai svuotato le piazze, non possiamo ancora andare al cinema e a teatro, al bar, al ristorante, in vacanza, al mare come prima, non possiamo andare allo stadio o a qualsiasi altro evento sportivo, culturale, religioso e sociale come prima, ci togli i contatti, gli abbracci, i baci, la serenità, il sonno. Irridi il delirio di onnipotenza e d’immortalità di molti uomini e l’ingratitudine a quanto ci è stato donato, rimani indifferente di fronte alle nostre miserie e separazioni. Hai incrementato la schiera dei pessimisti e disfattisti, convincendoli che tutto rimarrà e tornerà come  prima, illudendoli che sei stato solo una pausa e che il tempo cancellerà il tuo pessimo ricordo perché il paradigma dominante che continuerà a regolare i rapporti tra i popoli e gli individui, quello economico, ora neocapitalistico, resterà lo stesso. Questi lamentosi, quando saranno terminate le file ai supermercati e le razzie sugli scaffali, superate in qualche modo le angosce, le ansie, tolte le bandiere dai balconi, credono che si ricomincerà come prima e più di prima, a consumare con frenesia anche il tempo che ci sarà donato, a rincorrere vecchi e nuovi idoli che ci riporteranno alla priorità dell’io a sfavore del “noi”. Per tutto questo, specialmente all’inizio, non mi eri tanto simpatico, anzi, la tua primaria tattica, basata sul seminare odio, in un primo momento, aveva funzionato anche con me. Sì! Lo confesso, in passato anch’io ti ho odiato e ti ho insultato con l’appellativo “maledetto Covid 19”, ma tu eri fuori dalla massa degli insulti, perché godevi insieme con quanti, subito, ti hanno benedetto. Li conosci bene i tuoi primi adulatori: sciacalli politici che hanno approfittato della disgrazia per fare i bulli in Tv e carpire consensi, promesso collaborazione e dieci minuti dopo detto il contrario, oppure sono sempre in Tv a lamentarsi, invece di fare il proprio dovere. Sciacalli mediatici che diffondono idiozie e falsità; sciacalli economici che incrementano affari sulla pelle dei cittadini (dalle mascherine alle attrezzature sanitarie) o speculano in Borsa; sciacalli che diseducano con atteggiamenti riprovevoli; sciacalli religiosi che predicano eresie e stupidaggini su presunte punizioni divine e apocalisse alle porte, oppure diffondono fake news on line. Riconosco, però, che hai dato la possibilità di parlare di te anche agli ottimisti o così definiti tali che vedono nella disgrazia e nella tragedia un’opportunità per trasformare questa crisi sanitaria in una grande occasione, dove si è preso finalmente consapevolezza che nessuno è veramente al sicuro e che nessuno si salva da solo, che fanno notare i lati positivi di questa crisi sanitaria, sociale ed economica che, a “beneficio del tuo ego”, di seguito ti riporto:
• Abbiamo rivisto la gerarchia dei cosiddetti valori universali, mettendo ai primi posti la salute come fondamentale diritto dell’individuo, un bene pubblico globale, che va difeso a beneficio di tutti. L’effetto più semplice e immediato è che abbiamo imparato a lavarci le mani 4 più spesso e meglio di prima, poco importa se tu resti più lontano, il nostro successo è merito tuo.