VOCI DAL 2 MAGGIO Testimonianze sull’eccidio nazifascista di Avasinis del 2 maggio 1945

VOCI DAL 2 MAGGIO Testimonianze sull’eccidio nazifascista di Avasinis del 2 maggio 1945

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Pieri Stefanutti

Costellazione Orione 152 -Storia e politica- | ed. febbraio 2022 | p. 98
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Descrizione

La mattina del 2 maggio 1945, per motivazioni mai del tutto chiarite, una formazione militare composta da soldati di diverse nazionalità, poi costantemente indicata come appartenente alle SS, dopo una breve resistenza opposta dai partigiani, penetrò nel paese di Avasinis – una frazione del Comune di Trasaghis, in Friuli – e fece strage tra la popolazione civile: 51 le vittime, in massima parte donne, anziani e bambini. Con la triste, ma inevitabile, progressiva scomparsa dei testimoni, risulta importante, anche di fronte al diffondersi di versioni approssimative, basarsi sulla testimonianza diretta di chi quei fatti lontani li ha vissuti e subiti: a tal fine, il libro raccoglie quattordici testimonianze di persone, presenti a vario titolo in paese in quelle drammatiche giornate, che hanno accettato di rievocare la loro esperienza legata al 2 maggio.

Pieri Stefanutti, nato a Trasaghis (UD) nel 1955, è mpegnato da anni in un lavoro di ricerca sulle caratteristiche storico – culturali del territorio della Valle del Lago, cioè dei Comuni di Bordano, Cavazzo Carnico e Trasaghis (UD). Oltre a diversistudi e ricerche a carattere storico-archivistico, ha curato l’uscita di varie pubblicazioni riguardanti la storia del territorio con particolare riferimento alle vicende delle due Guerre mondiali, tra le quali “Timp di vuere” (1989), “Avasinis 1940-1945” (1996 e 2015), e, come coautore, dei libri “Memorie di un esodo” (2003) e “Strade di guerra” (2003). Sugli stessi temi ha scritto anche i libri “Novocerkassk e dintorni. L’occupazione cosacca della Valle del Lago” (1995), “Venzone in guerra” (2013), “Percorsi della memoria” (2015), “Avasinis, 2 maggio 1945. Note per una bibliografia ragionata” (2019), “Le ultime raffiche” (2020).

Introduzione

Raccolgo da tanti anni testimonianze relative al periodo della Seconda guerra mondiale nel territorio della Valle del Lago (i Comuni di Bordano, Cavazzo Carnico e Trasaghis, in provincia di Udine) e, in questo percorso, come è facilmente intuibile, molto tempo e attenzione sono stati riservati alle vicende dell’eccidio del 2 maggio 1945 ad Avasinis, un evento che ha segnato la storia del paese e di tante generazioni ed i cui contorni non sono ancora esattamente definiti. La dimensione e la qualità delle testimonianze raccolte variano considerevolmente: da una rapida conversazione durante un incontro occasionale ad esposizioni articolate, ascoltate in più dialoghi, concordati anche in diverse sessioni, in virtù della necessità di approfondimenti e chiarimenti. Nel 1996, pubblicando integralmente il diario del parroco di Avasinis, don Francesco Zossi, avevo voluto inserire una vasta appendice intitolata “Microfono aperto sulla strage”, una sezione definita dallo storico Marco Puppini [cf. “Qualestoria” n. 1, giugno 1997] “un coro suggestivo e terribile, in cui in forma quasi sempre asciutta e stringata, mai retorica, i sopravvissuti raccontano in stretto friulano i particolari delle morti dei loro compaesani trucidati in quella occasione”. Presentavo infatti allora il sunto delle informazioni ottenute dalle interviste fatte a 33 persone (cui se ne aggiunse un’altra, raccolta all’estero da un collaboratore). Diverse parti delle testimonianze venivano scorporate e suddivise per tematica (la ritirata delle truppe tedesche, la strage, il recupero delle salme…) in modo da presentare una varietà di voci (alcune concordi, altre dissonanti) sulla dinamica dei singoli eventi. Scopo della scelta era appunto cercare di chiarire i fatti, pur nella consapevolezza, però, che in questo modo si comprometteva l’integrità della testimonianza resa. Questo lavoro cerca quindi di recuperare l’aspetto che si rischiava di perdere: presentare il racconto pressoché completo reso da ogni singolo intervistato che, con comprensibile commozione, aveva accettato di rievocare le ore drammatiche dell’eccidio, viste dalla prospettiva personale. Si presentano dunque in queste pagine quattordici testimonianze esemplificative, raccolte ad Avasinis e nei paesi contermini. Nove di esse erano state raccolte all’epoca del “Microfono aperto sulla strage”, altre cinque in periodi successivi. Nel caso di interviste plurime, queste sono state accorpate, omettendo le parti ripetute e integrando le parti per consentire una rievocazione esaustiva dell’esperienza vissuta. All’origine di ogni testimonianza riportata vi è, evidentemente, un’intervista di base, di cui esiste la registrazione. In parecchi casi sono state poi aggiunte diverse precisazioni, sempre raccolte oralmente e spesso registrate, necessarie per colmare lacune ed eliminare contraddizioni, soprattutto nella cronologia e nello svolgersi degli eventi. Il risultato definitivo, perciò, non presenta più la forma dell’intervista originaria, poiché le domande e le integrazioni sono state via via incorporate, assumendo la forma di una memoria o testimonianza diretta. Facendo riferimento alla sintesi del prof. Raoul Pupo [cf. “La Vita cattolica” 3 febbraio 2021, p. 33], si può ben dire che “la memoria è la percezione del momento, che si fissa nel ricordo e viene tramandata. La storia, invece, è analisi critica a posteriori. (…) Il racconto dei testimoni è una forma di verità, 10 perché proprio sulla base delle percezioni si è fondato il loro agire successivo”. In tale ottica, anche queste testimonianze potranno contribuire a ricomporre il mosaico della ricostruzione storica. Ovviamente, un lavoro del genere potrebbe essere riformulato più volte, con ulteriori testimonianze (e ciò potrebbe anche accadere, se la proposta venisse accolta con interesse); intanto diamo spazio a queste prime “voci dal 2 maggio”, con un ringraziamento, nel ricordo, alle persone che hanno accettato di raccontare la propria esperienza durante quelle dure giornate. Un sincero ringraziamento anche a quanti hanno collaborato nella raccolta di testimonianze e materiali: Dino Ariis, Arduino Candolini, Nevio Cosani, Jurij Cozianin, Luigi De Colle, Vinia Franzil, Gianni Orlando, Antonio Pavanello, Renata Piazza, Giovanni Rodaro, Walter Rodaro, Wander Rodaro, Nanni Stefanutti, Sandra Stefanutti, Jim G. Tobias, Decio Tomat, Elena Vidoni.
Pieri Stefanutti

NOTA: nel testo, i soprannomi familiari e di persona vengono posti tra virgolette doppie (es. “Fari”); i toponimi sono indicati in corsivo (es. Planeças), mentre i nomi di battaglia dei partigiani sono posti tra virgolette singole (es. ‘Porthos’). Talvolta vengono riportate particolari espressioni in lingua locale (tutte le interviste sono state effettuate in friulano e poi tradotte e trascritte in italiano) per rendere al meglio il senso ed il tono dell’esposizione; in calce ne viene comunque proposta la traduzione in italiano